martedì 18 marzo 2008

ERRANZA ATTO I

ATTO I:

Carissimi,

dopo alcuni anni di “erranza” (nelle Marche e in Basilicata in particolare) in cui ho sperimentato una nuova metodologia teatrale che ho definito appunto “teatro terra terra”, torno per qualche mese in provincia di Bolzano e mi faccio vivo per mettervi al corrente di questo nuovo progetto.

Ho pensato, in accordo con Nazario Zambaldi e Giorgio Loner, di creare le condizioni per immaginare un nuovo modo di stare insieme creativamente e di fare progetti che abbiano come obiettivo principale quello di migliorare sempre più il mondo che ci ruota intorno e valorizzare le persone nei loro talenti. Mi immagino un progetto che miri a realizzare attraverso un processo po-etico il massimo piacere creativo possibile sia per le persone che verranno coinvolte direttamente che nelle persone che assisteranno alla rappresentazione finale.

Ma andiamo con ordine.

Di cosa si tratta precisamente:

-Innanzitutto il titolo. Perché “ERRANZA”?

L’idea di partenza è ancora in fase di definizione. Con Giorgio e Nazario siamo d’accordo sul fatto che il concetto di “errare” è ambivalente, allude sia al movimento che all’errore. Una ricerca di qualsiasi natura, artistica in particolar modo, ammette necessariamente entrambi i significati: non può esserci ricerca senza movimento e senza il rischio di sbagliare.

Personalmente posso dire che il mio agire teatrale mi ha portato spessissime volte a confrontarmi con le storie di gente e di fatti in movimento. Ultimo in ordine di tempo è stato il cavaliere errante per eccellenza. Ma in tutto questo errare, in cui non ho escluso altre figure come quelle tristi e speranzose del migrante, o quelle più antiche eppure così moderne del pellegrino, ho finito per fare io stesso l’errante. Questo laboratorio vuole essere un momento di riflessione, una pausa, dove poter prendere il fiato per illustrare il mio percorso e convincere nuovi compagni di viaggio a condividere la prossima avventura.

-Come è strutturato il progetto.

E’ diviso in tre parti o se vogliamo in 3 atti.

Il primo atto prevede una serie di incontri sotto forma di laboratori (condotti di volta in volta da ognuno di noi tre o anche tutti insieme o da altre persone ancora) in cui verranno illustrati i punti forti e i motori che stanno alla base dell’i-DEA di ERRANZA!

Nel mese di ottobre sono previsti i primi 4 incontri per un totale di 10 ore in cui si mostreranno alcune tecniche di teatro terra terra a cura di G. Zurzolo.

Altri incontri verranno di volta in volta concordati durante l’inverno anche in relazione ai materiali e alle proposte che emergeranno. Si auspicano anche proposte di altri laboratori, più o meno lunghi, in cui ognuno insegna agli altri i risultati a cui è giunto nella sua ricerca personale riguardo al tema trattato.

Il primo atto ha quindi l’obiettivo di conoscerci e confrontarci sulla materia indagata.

E’ il momento della raccolta delle proposte e della valutazione delle modalità espressive più idonee al tipo di progetto.

Seguirà un secondo atto in primavera e sarà la messa a punto (non necessariamente una messa in scena o mise en espace) dei materiali. In sostanza in questo secondo periodo di lavoro si prevedono momenti full time in cui i partecipanti elaboreranno l’i-Dea e stabiliranno quale tipo di rappresentazione si presterà in modo più adeguato.

Infine il terzo atto vedrà la luce in estate e consisterà nella rappresentazione e replica del prodotto finale.

-Perché un progetto di questo tipo?

1) perché pensiamo che la gente sia troppo “seduta” o illusoriamente in movimento. Crediamo che un progetto come questo potrebbe permettere a vari attori del panorama culturale della provincia di incontrarsi e confrontarsi sui significati sociali del nostro agire artistico.

2) perché potremmo anche starcene con le mani in mano e attendere che qualcun altro prepari la “tavola” al posto nostro: ma a pensarla così sono forse in troppi; forse tutti?

3) perché lavorare per compartimenti stagni non produce grossi risultati ne a breve e ne a lungo termine.

4) perché attendiamo da parte di tutti proposte e suggerimenti che possano arricchire e valorizzare l’esperienza.

5) perché esistono così tanti spazi per incontrarsi e crescere insieme e così tanta poca voglia a crederci davvero.

6) perché se non avremo vissuto con l’i-DEA di poter migliorare il mondo, avremo vissuto invano.

7) perché…non aggiungi tu il tuo perché?

-Come è strutturato il primo ciclo di incontri (condotti da G. zurzolo):

Laboratorio di approfondimento di alcune tecniche di teatro terra terra

Giovedì 4 ottobre

ore 20.00 training: giochi ed esercizi per lo sviluppo e la conoscenza della vista periferica

ore 21.00 cerchio neutrale: processo di smascheramento.

ore 22.00 sabur: confronto e scambio di riflessioni.

Giovedi 11 ottobre

ore 20.00 training: giochi ed esercizi per lo sviluppo e la conoscenza dello stato dall’erta

ore 21.00 cerchio neutrale: processo di smascheramento.

ore 22.00 sabur: confronto e scambio di riflessioni.

giovedì 18 ottobre

ore 20.00 training: giochi, esercizi ed improvvisazioni sull’acquisizione della presenza scenica

ore 21.00 cerchio neutrale: la creazione del personaggio.

ore 22.00 sabur: confronto e scambio di riflessioni.

Giovedì 25 ottobre

ore 20.00 training: giochi ed esercizi per lo sviluppo del “poker-face”

ore 21.00 esercizio sul campo: verifica del personaggio.

ore 22.00 sabur: confronto e scambio di riflessioni.


cos’è il “teatro terra terra”.

Come già si intuisce è un teatro che ha nella semplicità scenica e drammaturgica il suo punto di riferimento.

Un processo di i-Dee che porta l’attore e lo spettatore a un confronto immediato e trasparente. La franchezza e la spontaneità sono due aspetti che vengono salvaguardati e richiesti in questo tipo di lavoro. E’ sempre più difficile immaginare un attore (in quanto mediatore tra la Persona e il Personaggio) capace di indossare la “maschera” del personaggio se prima non ha operato, almeno in parte, un processo di smascheramento e di pulizia sulla propria persona.

“Terra …” : abbiamo preferito scegliere questo elemento perché è a mio avviso quello che oggi maggiormente manca, soprattutto nella ricerca e nella prassi artistica, tra la gente. E’ necessario, soprattutto quando si è così in contatto con il mondo delle i-Dee, avere i piedi ben piantati per terra.

Creare un opera “a nostra immagine e somiglianza” ancora oggi richiede la fatica e il coraggio di mettere le mani nel fango, nella materia principale della Creazione!

Noi non siamo i possessori delle i-Dee, esse ci seducono e chiedono di essere servite.

Per incarnare una i-Dea e servirla pienamente è necessario che l’attore possegga almeno un po’ di umiltà, di coraggio e di sacrificio!

E’ un teatro della gente e per la gente. La funzione degli artisti è quella di “preparare la tavola” ma al banchetto sono poi invitati tutti e per un lungo periodo ognuno porterà con se il piacere di una scoperta condivisa.

E’ un teatro che privilegia gli spazi aperti ed è spesso itinerante.

Il t.t.t. coinvolge sempre molti artisti professionisti e dilettanti ma anche cori e musicisti di ogni genere. Partecipano direttamente anche molte persone che non hanno spesso nessuna esperienza teatrale o artistica in genere. L’attore più giovane coinvolto aveva 2 mesi (2004) e il più anziano 86 anni.

Indaga sempre tematiche legate al vivere quotidiano e alle vicende direttamente espresse dal territorio e dalla comunità che lo ospita.

Abbiamo già realizzato i seguenti progetti di t. t. t.:

-“Lisistriade” 1996 Merano, all’interno della funzionante caserma Cesare Battisti,

-“Peste” 1998 Merano, presso la chiesetta di campagna S. Valentino tra meleti e rimesse di trattori.

-“Sacre Coeur” 1999 Monteneve –Schneeberg nel comprensorio minerario a oltre 2000 metri di altezza.

-“Strix” 2001 Merano e Bolzano, nei centri storici delle due città.

-“Spaventapasseri” 2003 Castelferretti (AN) all’interno del parco di villa Ferretti in piena zona industriale ed areoportuale.

-“Racconti raccolti sull’argine” 2004 Chiaravalle (AN) all’interno dell’area agricola della fattoria Baldoni.

-“Arlucea Arlucea” 2005 Castelferretti (AN) nella campagna e nelle tenute delle “Cerque”

-“Le lavandaie e i panni sporchi” 2006 Falconara (AN) nei pressi di un ansa del fiume Esino.

-“Donchisciotte e le pale eoliche” 2006 Corleto Perticara (PZ) all’interno del parco eolico.

-“La pietra nel tempo” 2007 Ancona, all’interno del parco del Cardeto tra il faro vecchio, l’antico cimitero ebraico e i bastioni.

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